Non abbiamo mai recensito un libro su questo sito, e allora cominciamo e se vi piace l’idea potremo pubblicare, a mano a mano che arriveranno, i vostri articoli su un teso che avete letto con piacere o che vi è rimasto impresso.
Intanto comincio io
A parte le notevoli capacità linguistiche della Mazzucco è l’argomento che prende, è il dramma dei profughi, da qualunque parte del mondo scappino.
In questo caso parliamo della storia di Brigitte, un’infermiera congolese strappata nella notte alla sua vita di professionista e di mamma, sbattuta in una cella, abusata, torturata perché si è rifiutata di fare una puntura letale a cinque uomini accolti nell’ospedale che Brigitte dirige, rimasti feriti durante le manifestazioni contro il Governo.
Si è ritrovata scaricata come un pacco in un Paese che nemmeno sa, senza conoscerne la lingua, piena di dolori nel corpo e in confusione mentale. Nel dramma è stata fortunata perché notata alla Stazione Termini da un volontario del Centro Astalli, associazione gestita da gesuiti che si dedica all’aiuto dei profughi: “Accompagnare, servire, difendere i rifugiati è la nostra mission dal 1981. Offriamo servizi di accoglienza e integrazione a chi arriva in Italia in fuga da guerre e violenze, non di rado anche dalla tortura.”
La sua storia è uguale a quella di migliaia di altri profughi ed è una storia che noi non conosciamo o non vogliamo conoscere.