Ultime dall’orto 14 febbraio 2013

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Se si vuole tracciare dritto un solco, si deve agganciare l’aratro a una stella
Avvertiamo sempre più il forte il desiderio di calarci nel profondo di questa esperienza intrapresa, di solcarne la quotidianità, carpirne il significato e condividerlo con voi.
Un proverbio africano afferma che “se si vuole tracciare dritto un solco, si deve agganciare l’aratro a una stella” dare cioè un senso più alto al reale, lavorare nel concreto puntando all’ideale.
La natura in questo periodo tace pur offrendoci ancora i suoi frutti; la pioggia, il freddo, hanno intaccato l’aspetto, ma non il sapore dei nostri ortaggi che scarseggiano sempre più.
Alcuni non crescono, altri fanno capolino provocando stupore come per la carciofaia che prima del tempo si è animata di tanti piccoli carciofi. L’aglio riposa sottoterra, mentre fave e piselli si riconoscono lungo i filari.
Sono cominciati i lavori di trinciatura delle colture non produttive i cui residui apportano azoto al terreno, nutriente di cui le piante hanno maggiore bisogno.
Parte del terreno viene preparato alla concimazione che non sarà quest’anno fatta con letame, ma con concime organico biologico sbriciolato che oltre a nutrire le piante apporterà una grande quantità di sostanza organica per migliorarne la struttura stessa.
Con l’arrivo di Marzo cominceranno i primi trapianti delle colture estive che quest’anno, vista l’alta imprevedibilità climatica, saranno coperte con tessuto non tessuto poggiato su degli archetti di filo di ferro che daranno vita a mini tunnel.
Prima di questa operazione le file dove verranno adagiate le piantine saranno tutte pacciamate, coperte cioè con film bioplastico (mater bi) al fine di impedire la crescita delle malerbe, proteggere il terreno dall’azione della pioggia battente, mantenere l’umidità del suolo e innalzarne la temperatura.
L’assenza delle attrezzature necessarie rimane l’urgenza più grande in campo, quest’anno però l’aver tessuto relazioni nel territorio ci ha regalato tante sorprese, come l’aiuto da parte dei nostri vicini nelle lavorazioni; speriamo nel tempo possano nascere tra noi ulteriori forme di collaborazione.
Ora dovremo pensare a come affrontare i prossimi mesi in cui non avremo produzione, salvo fatte alcune eccezioni anche importanti come l’entrata a regime della carciofaia, l’arrivo di fave e piselli.
Da parte nostra l’esigenza di rendere il lavoro sostenibile in assenza della commercializzazione; da parte vostra quella di garantire la continuità nella fornitura.
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno scritto alla ricerca di una soluzione per essere ancora una volta sostegno gli uni per gli altri, segno di cambiamento.L’ipotesi su cui abbiamo lavorato di più è stata quella di contattare piccole realtà che possano garantirci la filiera e la tracciabilità dei loro prodotti per poterli integrare man mano a quelli presenti in campo.
Non distributori di prodotti di cui non si sa la provenienza, ma produttori locali che possano vendere a noi all’ingrosso permettendoci di applicarvi prezzi sostenibili per non smettere in questo modo nemmeno le collaborazioni in essere come quelle con De Juliis e Mascitelli.
Questa soluzione potrebbe stimolare la nascita del tavolo su cui confrontarci e lavorare alla scelta dei produttori da affiancare al progetto.
Vi chiediamo così di indagare all’interno dei vostri gruppi se questa strada può essere percorribile e se avete produttori da proporci in modo da attivarci per rivedere l’organizzazione degli approviggionamenti e della distribuzione dei prossimi mesi.
Da parte nostra la disponibilità ad incontrarci per dare il via ai lavori già a partire da Sabato 23 Febbraio.
Una giornata ricca d’amore a tutti voi!
Federica Rosato
LA NUOVA ARCA
Cooperativa Sociale Onlus

nuova arca

Riportiamo la lettera di Federica della Nuova Arca
e le foto di Francesco della visita del 21 ottobre 2012 (altre foto di quel giorno qui
Carissimi,
prima di ogni cosa, grazie per la numerosa e attiva partecipazione all’incontro di sabato scorso, segno di un interesse vero per la nostra realtà, ma soprattutto per le prospettive di economia nuova che condividiamo.Una sosta per approfondire la nostra conoscenza e rafforzare la relazione, per verificare dove siamo nel cammino comune verso la costruzione di un modello di economia solidale.Nel fare una sintesi per tutti ho scelto di utilizzare il prezioso materiale “di ritorno” che ci avete inviato sotto forma di verbale o email con la speranza di trasmettere non solo contenuti, ma anche sensazioni.La presentazione della nostra realtà è stata affidata a Salvatore, cofondatore e presidente della cooperativa, che nel condividere i tratti fondanti di quest’ultima ne ha evidenziato quelli di contatto con i GAS.
Alcuni spunti:

  • ogni sogno che divenga luogo concreto presuppone cura
  • necessità di reti sociali (più ampie e ricche delle social networks informatiche)
  • urgenza nel dare risposte oggi, creando nuovi modi di essere e di vivere insieme
  • individuare vie sostenibili per il cambiamento che desideriamo, a partire da noi
  • progettualità dal basso: non prima la struttura, prima l’analisi dei bisogni
  • scambio continuo e reciproco di risorse (umane, oltre che economiche)
  • per tutto questo, una cooperativa A (per rispondere ad urgenze socio educatve) e B (per l’integrazione lavorativa di persone socialmente svantaggiate): scambio continuo tra le diverse esperienze: agricoltori, mamme, volontari, etc.

La riflessione ha preso poi il via con la presentazione dei DES (distretti di economia solidali): laboratori pilota, locali, in cui si sperimentano forme di collaborazione e sinergia tra i soggetti partecipanti a sostegno di un economia solidale.
Realtà territoriali, economiche e sociali che perseguono la realizzazione di tre principi:

  1. cooperazione e reciprocità
  2. valorizzazione del territorio
  3. sostenibilità sociale ed ecologica

La modalità partecipativa presuppone da parte dei soggetti la disponibilità a confrontarsi e a condividere con altri idee e proposte su progetti definiti di volta in volta dalle parti.

Presuppone soprattutto la conoscenza dei soggetti attivi nel modello, la consapevolezza delle esigenze di tutti raccontate di volta in volta in momenti dedicati senza delegare questo a esclusivi scambi informatici utili solo per lo scambio di informazioni.

A partire da questi elementi ci siamo chiesti chi siamo e come ci posizioniamo verso un tale modello di economia.

Presentazione dei GAS con riferimento alla zona in cui operano, alle modalità e ai criteri di gestione del loro gruppo:

  • GAOS
  • Roma II
  • Punto GAS Prati
  • GAS di Ostia
  • GAS Torrino
  • GAS Torrino-Decima
  • Testaccio meticcio
  • Città dell’Utopia
  • CamBioLogica
  • Ciampetto
  • GAS S. Lino
  • GAS Tor de Cenci
  • GAS di Mezzo
  • GAS Semi di Sapere di Ostia

Messa in comune di una parola chiave rappresentativa di ciò che non deve mancare in un nuovo modello di economia oltre la S di solidarietà:

  • condivisione
  • gisutizia ed equità
  • ascolto
  • fiducia
  • reciprocità
  • responsabilità
  • trasparenza nella costruzione del prezzo
  • chiarezza nella comunicazione
  • estendibilità al sistema economico

A questo punto ho raccontato come si posiziona La Nuova Arca in un tale modello e cosa si sta facendo perché prenda forma un DES.

Consapevoli di aver impiantato un sistema produttivo basato sui GAS di cui condividiamo appieno le finalità, ho raccontato cosa ha significato in questi anni una simile scelta dal punto di vista del produttore.

  1. Aumento progressivo della terra e dei lavoratori in base al numero dei GAS coinvolti.
    Passaggio da 3000 mq a 2 ha e conseguentemente da 1 a 3 lavoratori grazie al crescente coinvolgimento dei gruppi.
  2. Necessità di una flessibilità estrema nella relazione con i GAS.
    Pur partendo da valori comuni, ciascun GAS li esprime con modi organizzativi e scelte pratiche che lo rendono specifico e diverso dagli altri in modi spesso radicali.
  3. Scelta dell’autoproduzione a favore di una filiera corta e trasparente.
    In poco tempo è stato necessario “attrezzarsi” per mettere in campo più colture possibili favorendo la biodiversità e garantendo a tutti i gasisti un paniere variegato.
    Solo così si sono potuti garantire tutti i passaggi produttivi, dal biologico alla freschezza e qualità dei prodotti.
  4. Nascita della Società Agricola Impresa Sociale.
    Piano di sviluppo aziendale orientato agli investimenti per la sostenibilità.
    Tra questi la partecipazione al Piano di Sviluppo Rurale per il finanziamento di serre a freddo (a garanzia di una continuità produttiva) e di macchinari per rendere più efficiente e meno gravoso il lavoro agricolo.
    Sin dalla costituzione della stessa (abbiamo voluto una s.r.l. senza fine di lucro che reinveste gli utili nelle finalità della cooperativa sociale) ci siamo scontrati con un sistema perverso che ci ricorda ogni giorno che non è sostenibile mettere in regola tutti i lavoratori e dichiarare le effettive ore lavorate in campo.
    Facile comprenderlo, un operaio comune che prende 954,00€ di netto in busta costa oltre 1500,00; ad oggi non è stata raggiunta ancora una sostenibilità, ma non vogliamo questo ricada sul prezzo degli ortaggi che vogliamo accessibili a tutti.
    Piuttosto creare altre sinergie per far sì lo diventi.
  5. Decisione di fare da ponte tra i GAS e altri produttori da loro segnalati.
    Si è scelto di farlo per la frutta e quegli ortaggi impossibilitati a produrre purché diventasse un’ulteriore occasione di lavoro e non venissero meno i criteri alla base del rapporto con i gruppi (conoscenza diretta dei produttori coinvolti e trasparenza sul prezzo per l’intermediazione logistica,organizzativa,comunicativa necessaria alle parte coinvolte).
  6. Coinvolgimento di altre realtà locali per creare relazioni improntate sul DES.
    Vivere il territorio, stringere sinergie con altre realtà locali ha portato frutti per tutti i soggetti coinvolti nel progetto. Le relazioni con il Caseificio De Juliis ne sono una testimonianza, non solo abbiamo potuto proporre sani e genuini formaggi prodotti con latte locale e secondo un disciplinare riconosciuto, ma nel tempo ha portato alla completa conversione al biologico della terra di loro proprietà. Questo e le ultime notizie relative alla conversione al bio di altri vicini con conseguenti proposte di collaborazioni per creare filiere produttive secondo i principi a cui ci ispiriamo, ci danno la certezza che la strada intrapresa è quella giusta.

Considerazioni, spunti e bisogni scaturiti tra i GAS:

  • necessità per il gasista di affiancare alla fiducia una maggiore consapevolezza per poter fare le valutazioni prendendo in esame tutti gli aspetti, non solo quindi prezzo o qualità esteriore dei prodotti, ma il gusto, la freschezza, le persone e il progetto che vivono grazie a questo;
  • maggiore coinvolgimento e impegno del consumatore perché sia realmente consapevole;
  • favorire da parte del produttore una comunicazione strutturata che permetta una accessibilità semplice alle informazioni (sito Internet …);
  • valutare secondo le esigenze tipiche di ogni GAS, forme di collaborazioni con La Nuova Arca su iniziative specifiche;
  • pensare ad una programmazione preventiva da parte dei GAS sui prodotti che desiderano e che si impegnano ad acquistare, per quantità e tipo, che consenta una pianificazione congiunta di quello che si semina;
  • proposta di identificare forme di sostegno ai progetti che non prevedano l’aumento dei costi dei prodotti per mantenere la trasparenza.

Per trovare “terreno fertile” su cui lavorare la proposta di istituire due tavoli comuni di lavoro, uno sulla programmazione colturale per capire come possibile interagire a livello produttivo, l’altro per condividere la scelta dei produttori esterni in modo da programmare incontri, reperire materiale e fare in modo che ci sia piena consapevolezza da parte dei GAS.

Lasciatemi chiudere con l’ultimo commento ricevuto ieri sera sul nostro incontro: “L’esperienza de La Nuova Arca, che nasce (anche) dai GAS per produrre per i GAS, è di una forza e di una completezza incredibile, circolare…”

Grazie a tutti e rimbocchiamoci le maniche (non solo perché è l’ora di pranzo 🙂

Federica Rosato
LA NUOVA ARCA
Cooperativa Sociale Onlus